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TEMPO AL TEMPO

Partiamo da ciò che dovrebbe essere:

  • L’orario di lavoro settimanale è di norma di 37 ore e 30 minuti distribuito dal lunedì al venerdì, al quale si deve applicare una riduzione di 30 minuti dell’orario di lavoro settimanale
  • Il personale appartenente alle Aree Professionali è dotato della cosiddetta “banca delle ore”. La banca delle ore viene alimentata dalla riduzione dell’orario di lavoro (23 ore annue) e dalle prestazioni aggiuntive fino a 50 oppure 100 ore nell’anno in base alla scelta effettuata dal dipendente.
  • Si definisce prestazione aggiuntiva quella effettivamente resa dal personale delle Aree Professionali in aggiunta alla prestazione giornaliera obbligatoria. Le prestazioni lavorative aggiuntive all’orario devono essere preventivamente richieste e autorizzate dal responsabile della UOG e sottoposte all’approvazione della competente Funzione del Personale. Le prestazioni aggiuntive non possono superare il limite massimo di 2 ore al giorno o di 10 ore settimanali. Le prime 50 ore annue di prestazioni aggiuntive al normale orario di lavoro vengono definite “lavoro supplementare” e danno diritto al recupero obbligatorio tramite il meccanismo della banca delle ore; detto quantitativo si riduce per effetto del versamento in banca delle ore della riduzione orario annuo. Dalla 51a alla 100a ora di prestazioni aggiuntive al normale orario di lavoro, il dipendente può scegliere se imputare tutto o parte delle ore aggiuntive dalla 51 a alla 100 a in banca delle ore o chiederne la liquidazione come prestazione di lavoro straordinario, fermo restando che il mancato esercizio dell’opzione vale come consenso alla retribuzione come lavoro straordinario. Dalla 101a ora le prestazioni aggiuntive rese saranno retribuite come lavoro straordinario con il compenso stabilito dal CCNL.
  • L’orario di lavoro dei Quadri Direttivi è correlato all’orario del personale della 3a Area Professionale della propria filiale/ente, con caratteristiche di autogestione, cioè con la possibilità di gestire il proprio orario di lavoro con elasticità, tenendo conto comunque delle esigenze operative.

E ora vediamo cosa realmente accade:

  • Nelle filiali retail il 33% delle Aree professionali fornisce spesso o molto spesso prestazioni aggiuntive non riconosciute (NRI), un altro 36% le fornisce a volte, mentre solo il 31% non le fornisce mai. Specularmente il 56% dei Quadri non riesce mai a recuperare le proprie prestazioni aggiuntive, il 34% le recupera a volte e solo il 10% riesce a recuperarle con una certa frequenza.
  • Nelle filiali personal il 41% delle Aree professionali fornisce spesso o molto spesso prestazioni aggiuntive non riconosciute (NRI), un altro 38% le fornisce a volte, mentre solo il 22% non le fornisce mai. Specularmente il 44% dei Quadri non riesce mai a recuperare le proprie prestazioni aggiuntive, il 37% le recupera a volte e solo il 19% riesce a recuperarle con una certa frequenza.
  • Nelle filiali imprese il 36% delle Aree professionali fornisce spesso o molto spesso prestazioni aggiuntive non riconosciute (NRI), un altro 36% le fornisce a volte, mentre solo il 28% non le fornisce mai. Specularmente ben il 64% dei Quadri non riesce mai a recuperare le proprie prestazioni aggiuntive, il 27% le recupera a volte e solo l’8% riesce a recuperarle con una certa frequenza.

I due grafici qui di seguito riassumono e raffrontano i dati  appena esposti.

graf4

graf5

E ora una piccola digressione: che valore diamo al nostro tempo? Harvey MacKay scrisse:

“Il tempo è gratis ma è senza prezzo.
Non puoi possederlo ma puoi usarlo.
Non puoi conservarlo ma puoi spenderlo.
Una volta che l’hai perso non puoi più averlo indietro.”

Bella vero? Ma noi siamo bancari, e siamo in grado di dare un prezzo a tutto, anche al tempo!

E in effetti il lavoro straordinario è pagato fra il 25% e il 65% in più del lavoro ordinario, così, tanto per ricordarcelo.

E in tutto questo le NRI? Signore e Signori sveliamo uno dei complotti meglio orchestrati degli ultimi anni, roba da far impallidire gli illuminati, le NRI non esistono, sono assolutamente un’invenzione per giustificare lo straordinario non autorizzato e di conseguenza non retribuito.

E allora perché più di due terzi del personale di questa direzione regionale dichiara di regalare ore di lavoro e della propria vita a questa banca? Me lo sono chiesto davvero, e ho fatto questa domanda a tutti coloro che da sempre mi segnalano di lavorare più di quanto gli sarebbe dovuto.

Sapete qual è la risposta più frequente? Perché durante la mia giornata lavorativa non ho il tempo di fare tutte le cose che vorrei/dovrei, nel senso di svolgere al meglio il proprio lavoro. Non perché qualcuno li obblighi, non sotto minaccia, a volte nemmeno dietro richiesta! Dei matti direte voi, e invece no!

Ricordo ancora che c’è stato un tempo in cui si riusciva a leggere il Sole 24 ore in ufficio, o quando si poteva ragionare su una proposta commerciale ponderata, prima di incontrare un cliente. Perché in fin dei conti la faccia con il cliente la mettiamo noi e credo sia incontestabile che per fare bene un lavoro di consulenza sia necessaria un’adeguata preparazione, generica sulla normativa e sui prodotti, e specifica per ogni singolo appuntamento.

Lo so che il blocco dello straordinario deriva da un accordo siglato dalle organizzazioni sindacali, ma quell’accordo dice che il ricorso al lavoro straordinario e supplementare sarà attentamente limitato e verrà preventivamente autorizzato dal proprio Responsabile solo ai casi di particolare urgenza e necessità o per la realizzazione di specifici programmi e progetti.
Giusto, anzi sacrosanto, però… Perché c’è un però, anzi ci sono dei però.
Non so voi, ma da ciò che vedo e sento io, i casi di particolare urgenza e necessità sono ormai talmente frequenti da non poter più essere nemmeno considerati tali e allora come facciamo a identificarli?
Quell’accordo è datato 19 ottobre 2012, sono passati quasi tre anni da allora, abbiamo cambiato orario di lavoro (più e più volte), organizzazione del lavoro, tipologia di lavoro. Insomma forse è tempo di ripensare a un nuovo accordo sulla flessibilità dell’orario di lavoro. Perché io credo che sia necessario mettere fine a qualcosa che in fondo in fondo continua a sembrarmi troppo simile al lavoro nero, perché troppo spesso sento di autogestioni “casalinghe” nella gestione del recupero degli straordinari, spesso senza sapere di quanto questo possa essere rischioso. Perché è tempo di prendere coscienza del fatto che viviamo un mondo diverso di quello del 2012 e sono necessari strumenti nuovi per gestirlo.

Guardate, io non sono contro gli straordinari, anzi, credo che siano uno strumento utile e necessario per ambo le parti, credo che la direzione che ha preso la nostra banca non possa prescindere da un utilizzo vero degli straordinari, credo che la figura del gestore che vuole questo modello debba prevedere un ricorso codificato agli straordinari, credo che da quando l’orario di apertura al pubblico e quello di lavoro coincidono sia necessario rendersi conto che alcune lavorazioni necessitano di una diversa interpretazione della modalità logistica del lavoro.
Credo sia tempo di dare una risposta ai responsabili (spesso nemmeno quadri) che fanno turni a volte di più di 10 ore, credo sia ora di dare una risposta ai colleghi che per star dietro all’arretrato vanno a lavorare il sabato o nel giorno di riposo, credo sia ora di dare una risposta a tutti quei colleghi che hanno il sacrosanto diritto di programmare il proprio tempo libero senza patemi.

Insomma io credo nell’utilità del lavoro straordinario, ma di quello vero, quello pagato fino a 50/100 ore annue con accumulo in baca ore e poi con un aumento retributivo che come minimo è del 25%. Se volete fare beneficenza, c’è chi ne ha davvero bisogno.

Mesiano4 Articolo di Francesco Mesiano
antonio.mesiano@intesasanpaolo.com

 

 

 

 

 


lunedì 13 luglio 2015 - Francesco Mesiano, Organizzazione del Lavoro -
Commenti
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Ciao Francesco
Finalmente sono in ferie ed ho più tempo per scrivere.
Complimenti per l’articolo. Avevo visto arrivare il problema che sintetizzo in NRI in Intesa, la ragione era una situazione finanziaria realmente difficile, ma furbescamente l’azienda era a conoscenza che le circostanze future (fondo esuberi ecc.) avrebbero reso ancora più vantaggioso l’aspetto.
Visti i ‘vantaggi’ temo che sia difficile trovare una soluzione con una trattativa sindacale. Come uscirne?
Cito un esempio. A seguito di una denuncia che avevo fatto in passato su straordinari non caricati, l’ispettore aveva accusato anche i colleghi interessati per il sospetto di essere pagati in nero con conseguente evasione fiscale e contributiva!
Il punto quindi non è solo per i soldi non corrisposti ai colleghi, bensì una rilevante EVASIONE su tutto il territorio nazionale da parte di Intesa SanPaolo, aspetto denunciabile.
E’ vero che l’azienda invita (in teoria) a lasciare il posto del lavoro a fine orario di lavoro, ma in pratica consente di lasciare i computer accesi dai quali risulta evidente l’operatività. Perchè allora non spegnerli d’ufficio come si fa in alcuni centri?
Un caro saluto.
Ivano

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