BENVENUTI NEL SECOLO DELLE ILLUSIONI 

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“Benvenuti nel secolo delle illusioni”, così Biagio Antonacci titola una delle sue canzoni, affrontando un tema  di grande attualità anche se poco discusso  e quasi mai argomento di riflessione nel nostro settore. In effetti un titolo del genere potrebbe portarci a riflettere su qualsiasi tipo di argomento, lungo strade inesplorate che fanno parte dei nostri pensieri più intimi, uno su tutti è sicuramente l’uso dei social network, ritrovi virtuali dove finita l’illusione di essere in compagnia ti ritrovi spesso più solo di prima.  Ma se di illusioni che ci riguardano tutti da vicino vogliamo parlare  occorre fare delle riflessioni sulle aspettative di cambiamento di certe situazioni che ci coinvolgono tutti i giorni durante la normale attività lavorativa. Una di questa riguarda indubbiamente i ritmi di lavoro dettati da una costante e continua pressione commerciale da parte di chi svolge funzioni di controllo e di gestione del personale, ovviamente a tutti i livelli. L’illusione più grande è, a mio avviso, la vana speranza che qualcosa possa cambiare grazie all’apporto di un terzo soggetto, magari il Sindacato, che intervenga pesantemente e da solo riesca a cambiare le cose. Non è e non sarà mai così. “Ma allora a che serve il Sindacato? Potrà obiettare più di qualcuno,  se tanto la battaglia devo farla in prima persona? Perché pagare una tessera?”  Mi permetto di obiettare che: “Da soli non si arriva da nessuna parte, ma tutti insieme si possono raggiungere grandi risultati”. E’ un’illusione quella di pensare che da soli ci si possa rapportare con l’Azienda e contrattare la propria carriera,  questo l’hanno capito anche le più alte cariche dirigenziali. Eppure da più parti nel mondo politico e imprenditoriale da tempo si cerca di far passare un vile messaggio: “Il sindacato è vecchio, obsoleto e non serve più”,  e magari qualcuno ci crede, senza neanche lontanamente immaginare che cosa sarebbe il mondo del lavoro senza una funzione sociale come il Sindacato. Ecco perché bisogna riscoprire un valore come la  solidarietà,  che sembra ormai perso da tempo all’interno della nostra categoria e la voglia di lottare insieme a chi lavora accanto a noi, ovviamente con l’appoggio del Sindacato. Occorre ritrovare una forza e degli obiettivi di categoria che ci permettano di sopravvivere in un mondo lavorativo che cambia alla velocità della luce e in cui la sfida principale sarà la  capacità di assorbire lo stress quotidiano. Questo sarà fondamentale per sopravvivere nel mondo del lavoro. Certamente possiamo e dobbiamo reagire, ovviamente quando si è nel giusto, condividendo  certe situazioni con i colleghi che ci stanno a fianco tutto il giorno e coinvolgendo i vari rappresentanti sindacali a tutti i livelli.

Oppure possiamo crogiolarci e piangerci addosso, restando  nel secolo delle illusioni, quello dove gli altri faranno le battaglie per noi e che difficilmente vinceranno.

Il Tao
salvatoretaormina@tin.it