.

Click qui per la HOME PAGE dell'ultimo numero ..

Denunciare non basta: riprendiamoci il futuro

bivioGli orari estesi sono diventati un fatto con cui fare i conti. Prima se ne è discusso nelle assemblee del CCNL, poi sono stati analizzati, evocati, temuti. Adesso sono parte della realtà. Sono passate solo alcune settimane è troppo presto per trarre conclusioni, ma è già possibile fare delle considerazioni, iniziare a tracciare delle piste di lavoro. Ed è esattamente quello che facciamo in questo numero del Tasso. Raccontiamo l’approccio miope e ideologico con cui l’azienda si è presentata all’avvio dei nuovi orari, ma anche la determinazione con cui ci siamo opposti a tali rigidità. Diamo conto delle preoccupazioni e dei problemi che hanno colpito i colleghi, ma anche degli interventi concreti ed efficaci che hanno modificato da subito le storture più gravi.

Lo facciamo, come sempre, da diversi punti di vista. Da quello di chi nelle filiali è già partito o di chi sta per farlo. Da quello di chi viene coinvolto pur lavorando al di fuori della rete filiali. E anche con uno sguardo che esula dalla pura e semplice situazione contingente per allargarsi in una visione di prospettiva più ampia.

imagesCAT08IB0Ma non ci limitiamo a raccontare o denunciare. Anche se questo è un giornale, noi non siamo giornalisti, ma sindacalisti: la denuncia è importante, ma fare proposte, cercare  e pretendere soluzioni, lo è di più. Così la nostra attenzione si rivolge da subito alla questione del corretto dimensionamento degli organici (come unico strumento che è in grado di far funzionare il lavoro su turni) e in prospettiva al coraggio di rimodulare in riduzione l’estensione degli orari o la gamma di servizi offerti per tararli sulle reali esigenze dei singoli mercati.

Il nostro punto di vista sull’estensione degli orari non è in alcun modo ideologico. Vogliamo differenziarci con chiarezza sia dall’azienda (che sta procedendo per vuoti slogan sul cambiamento), sia dai vari soggetti che predicano gli opposti estremismi della paura e delle soluzioni salvifiche (i licenziamenti di massa sono alle porte, gli esuberi non esistono; gli orari estesi ci salveranno, boicottiamo gli orari estesi così tutto tornerà come prima). Noi abbiamo analizzato la realtà e i fatti sono emersi velocemente. La situazione economica europea ed italiana è caratterizzata da una profonda e prolungata recessione; il sistema di erogazione del credito nel nostro paese è avvitato in una spirale negativa che vede contestualmente la riduzione delle concessioni e la crescita delle sofferenze; lo sviluppo delle nuove tecnologie ha mutato l’accesso ai servizi bancari attraverso canali alternativi; la curva dell’apertura di sportelli ha raggiunto un apice abbondantemente sovradimensionato rispetto alle reali esigenze di copertura del territorio; la successive riforme pensionistiche hanno di fatto  prosciugato le platee di colleghi che nei prossimi anni potevano essere accompagnati alla pensione attraverso lo strumento dell’esodo.

informatica_3Tutto ciò ci impone di cercare approcci innovativi alla gestione dell’esistente. Non per paura o per disperazione. Tutt’altro: proprio per non cedere alla rassegnazione e invece per riprendere in mano il nostro futuro. Che certamente sarà diverso da ciò che abbiamo conosciuto finora, ma che non per questo deve vederci  rinunciatari o sconfitti. L’estensione degli orari per noi non è una panacea. E’ un tentativo razionale di trovare risposte al mercato che cambia e soluzioni alternative alla semplice, ma depressiva politica della riduzione dei costi. Questo paese ha bisogno di ricette per lo sviluppo e anche del coraggio di sperimentarle e realizzarle nelle aziende. Purtroppo la nostra azienda non sembra in grado di affrontare nel modo corretto questa sfida e la sta approcciando appunto con slogan, rigidità, ricerca di soluzioni precostituite e quindi inefficaci rispetto alla complessità del reale. Tocca quindi a noi stanarla dalle sue comode per quanto errate convinzioni. Sta a noi pretendere gli adeguamenti e gli strumenti necessari per cercare di rendere efficace rispetto al mercato e compatibile con le esigenze dei colleghi il nuovo modello distributivo.  Questo è quello che intendiamo fare, raccogliendo dati, formulando proposte, incalzando l’azienda, pretendendo risposte e strumenti adeguati. E ovviamente confrontandoci con i colleghi. Tramite gli articoli che troverete in questo numero del Tasso, quotidianamente sui posti di lavoro e in un giro di assemblee che stiamo organizzando unitariamente nel prossimo mese di aprile.

Articolo di
Paolo Barrera

barrera@fisac.net

 

 

 

.


lunedì 18 marzo 2013 - Editoriali, Paolo Barrera -
Commenti
Scrivi (e leggi) qui di seguito, commenti, integrazioni, correzioni, notizie ecc. da condividere col mondo, relativamente a questo articolo.

Bella “analisi”! ma dopo prelievi di sangue e varie biopsie (meglio non specificare dove)occorre prospettare cure urgenti e, qualora occorresse, interventi chirurgici anche drastici. Evitando il parafrasare, nella rete c’è “panico” da orario esteso per chi è prossimo all’avvio oppure è semplicemente papabile nell’esserlo. Mentre chi è partito vive un cocktail di depressa rassegnazione (non il miglior viatico alle sfide “importanti” che ci vengono poste). Recentemente si ha notizia di Colleghi informati del loro coinvolgimento in Banca Estesa dalla timbratura badge, senza alcun altro preavviso e con partenze che includono anche l’orario continuato. Per intere famiglie è caos totale. Occorre rivalutare un’iniziativa, che se si vuol definire “approccio innovativo”, deve esserlo anche nella condivisione con chi deve viverlo sulla propria pelle. Nel commercio in generale (Centri Commericali, Catene di negozi, etc.), ed in qualche caso anche nell’Industria, gli orari si sono estesi, o resi flessibili, grazie a NUOVE assunzioni con contratti a fasce orarie definite per la copertura dei turni necessari. Non ho, personalmente, notizia di cambiamenti quali, e soprattutto come, quelli che stiamo vivendo.

Ciao Carlo,
è piu che comprensibile il “panico” generato da un cambiamento cosi profondo, da cui si spera – tentando,quindi senza certezze ovviamente – di recuperare produttività per la banca.
Ritengo però necessario non aggiungere a questo “panico comprensibile” ulteriori elementi: le filiali che diventano flexi vengono comunicate con un certo anticipo (anche dal sito della Fisac): cosa intendi dire che i collghi vengono informati del loro coinvolgimento attraverso il bedge?
Vi sono alcune filiali, poi, che fanno l’orario continuato per la clientela, ma NON per i colleghi, che continuano naturalmente ad aver la loro ora di pausa pranzo (peraltro obbligatoria per la legge 66/2003 per tutti coloro che lavorano più di sei ore).

si ha notizia di Filiali, NON NELL’ELENCO UFFICIALE DELLE APERTURE DI META’ APRILE, informate di essere state aggiunte a queste nei giorni scorsi mezzo canali NON ufficiali (a piani ferie già stabiliti).
Per quel che riguarda il peso dell’esteso + continuato, è stato l’AUSPICIO (disatteso) a che NON si applichi (e ce ne sarà un motivo) espresso dalle sigle sindacali di primo tavolo nel comunicato del 21/2 (terz’ultimo capoverso).

Le voci dentro quiest’azienda si rincorrono da sempre. Nel 2006, una settimana prima che venisse annunciata l’acquisizione del Sanpaolo da parte di Intesa un volantino Falcri dava per certa la fusione tra Sanpaolo e Monte Paschi.
Quando ci fu la vendiata delle filiali a seguito delle disposizioni antitrust i colleghi della mia filiale (la 28 di Torino) mi mandarono una mail preoccupatissima, perché erano venuti a conoscenza da voci bene informate che certamente la nostra filiale aarebbe stata venduta. La 28 fa ancora parte di Intesa Sanpaolo anche adesso.
E così via. E’ normale. Funziona così. E a volte le voci sono giuste. Quasi mai, peraltro. Ma le uniche cose su cui si può ragionare sono le comunicazioni ufficiali, solo quelle hanno valore. E se ci saranno variazioni rispetto alle comunicazioni precedenti, saranno a loro volta formalizzate. E allora e solo allora provvederemo a garantire il rispetto dei piani ferie. Smpre appunto SE tutto ciò si realizzerà…
Quanto all’orario continuato… Non sono riuscito a risalire al volantino che citi. In ogni caso, auspsici a parte, devo dire che in molti casi sono stati proprio i colleghi a sollecitare l’introduzione del continuato nelle filiali “estese”. Conme una delle cose da sperimentare per favorire le flessibilità individuali e la concreta possibilità di usufruire per intero dell’intervallo di pranzo. Il senso del mio articolo è proprio questo: sperimentare (ma sperimentare davvero, non per dire che è andata bene qualunque risultato ci sia stato)varie soluzioni per adottare i nvia definitiva quelle più funzionali ai risultati aziendali e alla qualità di vita dei colleghi. Anche con il coraggio di tornare indietro, ridurre, ripensare, ogni volta che i fatt ivanno in una direzione diversa da quella che si era immaginata…

Visto che il CCNL è stato firmato con una controparte che ha perso , se mai l’avesse avuto, qualsiasi requisito di onorabilità e onestà , tale MUSSARI GIUSEPPE, e visto che l’orario LUNGO è figlio di questo accordo scellerato , rispediamo il PACCO al mittente (ABI), e la prossima volta gli accordi facciamoli votare dai lavoratori seriamente, non con alzate di mano e conteggi a “braccio” , ma in che paese siamo !!!!

Il CCNL è stato firmato con la controparte che ci troviamo. E’ stato così e sarà così ogni volta: le controparti non si scelgono. E l’approvazione del CCNL è stata fatta con votazione certificata. In ogni caso l’applicazione nel nostro gruppo degli orari estesi è frutto di uno specifico accordo che ne ha modificato vari aspetti e che è stato sottoposto a votazione in quasi 400 assemblee con pubblicazione dei risultati sul sito senza che nessuno (singolo o in forma organizzata) ne abbia messo in discussione l’attendibilità. Tutto quanto sopra solo per precisare che mentre è assolutamente legittimo ogni dissenso nel merito, credo che non sia invece accettabile il perdurare dei tentativi di delegittimare i risultati di consultazioni svolte in forma seria e libera.
Venendo poi appunto al merito, noi riteniamo che gli orari estesi non siano un “favore” o peggio un “regalo” all’azienda, ma piuttosto il tentativo di cercare soluzioni razionali a una svariata serie di problemi reali con cui siamo chiamati a confrontarci. Ridotta disponibilità del mercato, cambio delle abitudini dei clienti, tumultuoso sviluppo dei canali innovativi di intermediazione finanziaria, aggressione del marcato da parte di nuovi concorrenti, ridotta redditività delle forme classiche di attività bancaria, ripensamento della capillarità della presenza fisica sul territorio degli sportelli tradizionali con conseguenti ripercussione sull’occupabilità. Come abbiamo detto in più occasioni gli orari estesi NON sono e non possono essere la soluzione di tutti i problemi. E non è detto che siano in grado di risolverne nemmeno una parte, se non verranno via via ripensati e rimodulati. Ma ciò non toglie che i problemi esistono ed esisteranno. E ogni soluzione che non funzionerà non sarà la restituzione di un pacco al mittente, ma la necessità di utilizzare altri strumenti. Non necessariamente più piacevoli…

Pubblica commento

(required)

(obbligatorio)


  • Beppe ha detto:

    Ciao Carlo,
    è piu che comprensibile il “panico” generato da un cambiamento cosi profondo, da cui si spera – tentando,quindi senza certezze ovviamente – di recuperare produttività per la banca.
    Ritengo però necessario non aggiungere a questo “panico comprensibile” ulteriori elementi: le filiali che diventano flexi vengono comunicate con un certo anticipo (anche dal sito della Fisac): cosa intendi dire che i collghi vengono informati del loro coinvolgimento attraverso il bedge?
    Vi sono alcune filiali, poi, che fanno l’orario continuato per la clientela, ma NON per i colleghi, che continuano naturalmente ad aver la loro ora di pausa pranzo (peraltro obbligatoria per la legge 66/2003 per tutti coloro che lavorano più di sei ore).

  • Carlo ha detto:

    si ha notizia di Filiali, NON NELL’ELENCO UFFICIALE DELLE APERTURE DI META’ APRILE, informate di essere state aggiunte a queste nei giorni scorsi mezzo canali NON ufficiali (a piani ferie già stabiliti).
    Per quel che riguarda il peso dell’esteso + continuato, è stato l’AUSPICIO (disatteso) a che NON si applichi (e ce ne sarà un motivo) espresso dalle sigle sindacali di primo tavolo nel comunicato del 21/2 (terz’ultimo capoverso).

  • Paolo Barrera ha detto:

    Le voci dentro quiest’azienda si rincorrono da sempre. Nel 2006, una settimana prima che venisse annunciata l’acquisizione del Sanpaolo da parte di Intesa un volantino Falcri dava per certa la fusione tra Sanpaolo e Monte Paschi.
    Quando ci fu la vendiata delle filiali a seguito delle disposizioni antitrust i colleghi della mia filiale (la 28 di Torino) mi mandarono una mail preoccupatissima, perché erano venuti a conoscenza da voci bene informate che certamente la nostra filiale aarebbe stata venduta. La 28 fa ancora parte di Intesa Sanpaolo anche adesso.
    E così via. E’ normale. Funziona così. E a volte le voci sono giuste. Quasi mai, peraltro. Ma le uniche cose su cui si può ragionare sono le comunicazioni ufficiali, solo quelle hanno valore. E se ci saranno variazioni rispetto alle comunicazioni precedenti, saranno a loro volta formalizzate. E allora e solo allora provvederemo a garantire il rispetto dei piani ferie. Smpre appunto SE tutto ciò si realizzerà…
    Quanto all’orario continuato… Non sono riuscito a risalire al volantino che citi. In ogni caso, auspsici a parte, devo dire che in molti casi sono stati proprio i colleghi a sollecitare l’introduzione del continuato nelle filiali “estese”. Conme una delle cose da sperimentare per favorire le flessibilità individuali e la concreta possibilità di usufruire per intero dell’intervallo di pranzo. Il senso del mio articolo è proprio questo: sperimentare (ma sperimentare davvero, non per dire che è andata bene qualunque risultato ci sia stato)varie soluzioni per adottare i nvia definitiva quelle più funzionali ai risultati aziendali e alla qualità di vita dei colleghi. Anche con il coraggio di tornare indietro, ridurre, ripensare, ogni volta che i fatt ivanno in una direzione diversa da quella che si era immaginata…

  • Martino ha detto:

    Visto che il CCNL è stato firmato con una controparte che ha perso , se mai l’avesse avuto, qualsiasi requisito di onorabilità e onestà , tale MUSSARI GIUSEPPE, e visto che l’orario LUNGO è figlio di questo accordo scellerato , rispediamo il PACCO al mittente (ABI), e la prossima volta gli accordi facciamoli votare dai lavoratori seriamente, non con alzate di mano e conteggi a “braccio” , ma in che paese siamo !!!!

  • Paolo Barrera ha detto:

    Il CCNL è stato firmato con la controparte che ci troviamo. E’ stato così e sarà così ogni volta: le controparti non si scelgono. E l’approvazione del CCNL è stata fatta con votazione certificata. In ogni caso l’applicazione nel nostro gruppo degli orari estesi è frutto di uno specifico accordo che ne ha modificato vari aspetti e che è stato sottoposto a votazione in quasi 400 assemblee con pubblicazione dei risultati sul sito senza che nessuno (singolo o in forma organizzata) ne abbia messo in discussione l’attendibilità. Tutto quanto sopra solo per precisare che mentre è assolutamente legittimo ogni dissenso nel merito, credo che non sia invece accettabile il perdurare dei tentativi di delegittimare i risultati di consultazioni svolte in forma seria e libera.
    Venendo poi appunto al merito, noi riteniamo che gli orari estesi non siano un “favore” o peggio un “regalo” all’azienda, ma piuttosto il tentativo di cercare soluzioni razionali a una svariata serie di problemi reali con cui siamo chiamati a confrontarci. Ridotta disponibilità del mercato, cambio delle abitudini dei clienti, tumultuoso sviluppo dei canali innovativi di intermediazione finanziaria, aggressione del marcato da parte di nuovi concorrenti, ridotta redditività delle forme classiche di attività bancaria, ripensamento della capillarità della presenza fisica sul territorio degli sportelli tradizionali con conseguenti ripercussione sull’occupabilità. Come abbiamo detto in più occasioni gli orari estesi NON sono e non possono essere la soluzione di tutti i problemi. E non è detto che siano in grado di risolverne nemmeno una parte, se non verranno via via ripensati e rimodulati. Ma ciò non toglie che i problemi esistono ed esisteranno. E ogni soluzione che non funzionerà non sarà la restituzione di un pacco al mittente, ma la necessità di utilizzare altri strumenti. Non necessariamente più piacevoli…

  • yes-->

    Altri articoli in questa categoria: - INASTRONAVECONME - - Cambiare il cambiamento? - - DOBBIAMO VOLERE DI PIÙ - - GLI UNICI LIBRI CHE VEDEVAMO ERANO QUELLI CHE CI TIRAVANO PER SVEGLIARCI - - PRESSIONI COMMERCIALI: GUARDIAMO IN FACCIA LA REALTA' -

    You might also like

    Diamo i numeri? Indagine Flexi 8.00/16.30; 11.48/20.00; 9.00/13.00; 6 x 6; 8.00/14.00; 10.30/19.00; 12.30; 14.15… e così via, da...
    GLI ORARI CAMBIANO, I TURNI PEGGIORANO… Quando l’Azienda sembra affermare, attraverso le proprie scelte: “vorrei tornare indietro, ma non...
    DOBBIAMO VOLERE DI PIÙ Anche se ti siedi sul cavallo rivolto all'indietro, quello continua ad andare avanti. Proverbio ROM In...
    Il Sindacato che verrà… L’idea di come potrà essere il Sindacato del futuro, che non venga schiacciato da un’idea di società...

    Articoli collegati che potrebbero interessarti: - INASTRONAVECONME-- Cambiare il cambiamento?-- DOBBIAMO VOLERE DI PIÙ-- GLI UNICI LIBRI CHE VEDEVAMO ERANO QUELLI CHE CI TIRAVANO PER SVEGLIARCI-- PRESSIONI COMMERCIALI: GUARDIAMO IN FACCIA LA REALTA'-
    I diritti di autore del personaggio "Tasso" sono di Gianfranco Goria.



    Registrati  |  Collegati
    E se volete rilassarvi un poco, fate click qui di seguito...