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La malattia del Futuro!

lentinistress-digitaleTrattandosi di una edizione del Tasso dedicata “al futuro”, Marzia, Orlando e Roberto hanno deciso di parlarvi di quella che potrebbe diventare, se già non lo è, la malattia professionale del nostro prossimo futuro.

Il tecnostress è un disagio causato dall’incapacità di affrontare le nuove tecnologie (computer portatili, tablet, smartphone, etc.) in modo sano, e si manifesta in due modi distinti:

  • nello sforzo di accettare la tecnologia informatica;
  • nella forma più specifica di iper-identificazione con la tecnologia informatica.

Include anche l’insieme di atteggiamenti, comportamenti e disagi fisici e psicologici che sono causati in modo diretto o indiretto dalla tecnologia.

Le principali cause del tecnostress sono:

  • la gestione di troppe informazioni;
  • l’eccessivo uso degli apparecchi;
  • la fretta nell’esecuzione delle operazioni.

Strettamente collegata al tecnostress è la Dipendenza da Internet (Internet Addiction Disorder – IAD): si tratta di una problematica associata all’uso eccessivo di Internet, che provoca comportamenti irritabili ed umore negativo quando se ne è privati.

lentiniinformation-overloadUn altro disturbo collegato è la sindrome da “multitasking”, cioè da interruzione continua provocata dall’uso multiplo di tecnologie digitali che riduce le capacità di concentrazione e si ripercuote negativamente sui rapporti interpersonali.

Oggi si soffre di “Information overload”, ovvero il sovraccarico enorme di informazioni in cui gli individui sono immersi e che viene assorbito e gestito quotidianamente, che genera senso di confusione, assenza di certezze, e l’insorgere di disturbi psico-comportamentali.

“Se un computer è sotto sforzo prolungato, c’è il rischio che il sistema si blocchi. Allo stesso modo, una persona che utilizza la tecnologia a ritmi serrati, in modo simultaneo e per molte ore al giorno, senza le necessarie pause e scelte di priorità, rischia un livello di stress tale che lo mette in condizioni di essere inefficace”.

Quando il cervello riceve elevati e continui input, si verifica uno stato di allarme e di stress, che genera una risposta anomala (psichica e fisica) del corpo, con un’intensa produzione di adrenalina. In questa condizione si attivano disturbi sia fisici, sia psichici, che neurologici.

Tra i sintomi fisici si evidenziano: disturbi cardiocircolatori (aumento della frequenza cardiaca, ipertensione, rischio infarto, etc.), disturbi gastrointestinali (colon irritabile, gastrite, reflusso), dolori muscolo-tensivi (mal di testa, dolori cervicali, etc.), insonnia e alterazioni del ritmo-sonno veglia, stanchezza cronica, sudorazione, disturbi della pelle causati dallo stress (psoriasi, dermatiti), disturbi ormonali e mestruali nella donna.

Tra i sintomi psichici (comportamentali e cognitivi) si evidenziano: irritabilità, depressione, alterazioni comportamentali (crisi di pianto, senso di impotenza sul controllo del tempo e dello spazio personale, etc.), calo del desiderio sessuale, apatia.

Molti di questi sintomi sono sovrapponibili e sommabili a quelli derivanti dall’elettrosmog, cioè dall’esposizione eccessiva durante il giorno e la notte a campi elettromagnetici prodotti da apparecchiature elettriche, smartphone, computer, tablet, modem o router wifi, ecc.

Un altro elemento che ha favorito l’insorgere del Tecnostress, sia nell’ambito lavorativo che in quello personale e relazionale, è il ruolo della tecnologia mobile che ha permesso un uso costante dei flussi informativi senza vincoli di luogo e di spazio.

I meccanismi complessi generati dall’innovazione tecnologica hanno comportato dei cambiamenti che aiutano a tracciare dei segni che identificano il rischio Tecnostress:

  • si utilizza in modo costante lo smartphone anche negli incontri sociali (Il soggetto non spegne mai il telefono);
  • si sente sempre più la necessità di connettersi alle piattaforme Social (anche durante l’orario di lavoro);
  • si avverte l’istinto di telefonare anche in luoghi riservati (cinema, biblioteche ecc.);
  • si scrivono/leggono messaggi anche quando si è in movimento o in auto;
  • si guarda la tv principalmente sul tablet o sul cellulare.

A seguito di ciò, sul lavoro si possono verificare amnesie e disturbi della memoria, condizioni che generano assenteismo, mancanza di motivazione e perdita di efficacia professionale, e sul piano relazionale il lavoratore può avere attacchi di rabbia e/o entrare in conflitto con i colleghi.

Per parlare di disturbi da Tecnostress è importante la presenza di due elementi:

  • la radicale accelerazione dei ritmi di vita e lavorativi;
  • la fusione tra vita personale e professionale, causata dalla pervasività delle tecnologie digitali.

Ogni persona può lavorare o essere contattata in qualsiasi momento e in ogni luogo”.

lentinialwaysL’utilizzo dei supporti tecnologici per rispondere alle sempre più pressanti richieste di informazioni e di risultati da parte delle aziende (mail, gruppi su WhatsApp, Lync, report su fogli Excel, etc.), l’obbligo di rispondere al cellulare sempre e subito per garantire un servizio adeguato alla clientela, etc., induce a non separare i contesti (lavorativo e privato) e a continuare a gestire il carico informativo con la stessa intensità.

La continua disponibilità concessa dall’”always on” (sempre connesso) è funzionale solo alle aziende, che vogliono mantenere una costante pressione sui lavoratori anche fuori dal normale orario di lavoro; questo  fenomeno genera un aumento di produttività che però non viene riconosciuto nella retribuzione.

Inoltre, pur in assenza di un effettivo accordo contrattuale, purtroppo il lavoratore tende a tollerare queste intrusioni, considerandole parte integrante e inevitabile dell’attività e del proprio ruolo, e ad acconsentire ad inviare feedback in tempi brevi anche quando le richieste tramite mail o messaggi vengono effettuate fuori dal normale orario di lavoro, compreso ferie, malattia, week end.

La connessione continua e senza confini può incidere in modo negativo sulla salute mentale e fisica, sulle relazioni sociali (affettive e professionali) e sullo stesso rendimento lavorativo.

Il tecnostress è un problema sorto solo nell’ultimo decennio, ma che è destinato a crescere ancora in maniera esponenziale nei prossimi anni.

In Italia è passato agli onori della cronaca nel 2006, grazie al procuratore aggiunto di Torino Raffaele Guariniello, che, in seguito agli esposti di alcuni dipendenti di un call center torinese, aveva avviato le indagini per verificare se si poteva riconoscere come nuova malattia professionale, riconoscimento avvenuto nel 2007 (per i Call center); da allora è rientrato nell’obbligo di valutazione dei rischi ai sensi del D.Lgs. 81/2008 (Testo unico sulla salute e sicurezza sul lavoro), e nel 2010 il Ministero del Lavoro lo ha considerato un rischio serio per la salute dei lavoratori.

lentinitempoliberoPer combattere il Tecnostress è quindi necessario intervenire su abitudini e stili di vita:

  • regolarizzare i ritmi sonno-veglia,
  • sconnettersi dalla rete ed imparare a godersi il mondo reale,
  • uscire o leggere un buon libro, anziché navigare in continuazione sui social network,
  • scaricare la tensione praticando attività sportiva o facendo una passeggiata giornaliera,
  • sfruttare al meglio la vita privata e sociale per ricaricarsi, passando momenti gratificanti in compagnia di familiari, amici e partner e… aggiungete Voi tutto ciò che vi può aiutare!

 

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Per qualunque informazione e/o approfondimento riguardante la salute e la sicurezza sul lavoro potete contattarci direttamente alle nostre mail:

LENTINI Orlando
orlando.lentini@intesasanpaolo.com

MOSCHETTI Marziella
marziella.moschetti@intesasanpaolo.com

PAPPAIANNI Roberto
roberto.pappaianni@intesasanpaolo.com

rls

 


lunedì 10 ottobre 2016 - RLS -
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