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L’accordo che verrà…

Con la firma dell’accordo siglato il 5 luglio scorso, relativo ai percorsi professionali in ISGS, si completa la fase contrattuale iniziata con gli accordi firmati nell’ottobre del 2015 sui Ruoli e figure professionali per le Aree e le Filiali della Rete BdT e quello riguardante i Ruoli professionali della FOL (Filiale On Line) firmato nel dicembre dello stesso anno.

Per quanto riguarda ISGS, possiamo dire che questo accordo rappresenta il primo tentativo di definire ed identificare ruoli e figure professionali specifiche nell’ambito delle strutture dell’Area Strategie Operative Integrate e dell’Area Cost Management & Support.

L’accordo – di natura “sperimentale” – ha visto la luce senza non poche difficoltà; innanzi tutto bisognava capire quali fossero le “figure professionali” che operano all’interno delle Direzioni interessate. Cosa non di poco conto se pensiamo che negli anni lo sviluppo dell’IT nel suo complesso ha prodotto da una parte un’evoluzione delle professionalità già in essere e dall’altra la nascita di nuove professionalità derivanti dallo sviluppo delle nuove tecnologie.

Oltretutto, l’assenza all’interno del CCNL di un legame chiaro fra “inquadramento” e “mansione” non ha certo aiutato. Perché è chiaro a tutti che la suddivisione fra Area Professionale e Quadro Direttivo non è più sufficiente per distinguere, nella realtà moderna, l’attribuzione delle mansioni attribuite ai colleghi. Così come non è più sufficiente per misurare la “professionalità” di ogni singolo lavoratore del settore.

fedelechi-fa-che-cosaQuindi, era necessario trovare nuove soluzioni. Ma mentre sulla Rete e in FOL il legame fra “chi sei” e “cosa fai” risulta abbastanza intuitivo, molto diversa è la situazione nell’IT. Facciamo un esempio chiarificatore: All’interno della Direzione Sistemi Informativi (quella che conosco meglio), possiamo distinguere varie “figure” professionali. Tralasciando le figure apicali troviamo i Capi Ufficio, i Capi Attività, i Capi progetto, i Capi programma, gli analisti funzionali, gli analisti tecnici e ancora (ma ormai rari) programmatori; dico rari perché da almeno un decennio abbondante la maggior parte delle attività di sviluppo software viene demandata alle società di consulenza. All’interno di questa classificazione troviamo inquadramenti che spaziano dal QD4 al 3A1L. E quindi? (direte voi). Bene, ecco la soluzione: definire un algoritmo matematico, basato su una serie di indicatori più o meno misurabili, che determinassero la “complessità” delle attività svolte per definire una figura professionale coerente.

fedelealgoritmoBenissimo potremmo dire. Allora vediamo cosa fanno i soggetti elencati sopra, verifichiamo quanto sia complessa la loro attività, quante risorse…no? Come no? Ah, non si è in grado (azienda) di arrivare ad un livello di dettaglio così granulare…ok, e allora? Allora troviamo una figura intermedia e concentriamoci su di essa. Quindi prendiamo, ad esempio, il Capo Attività (in qualità di coordinatore), che fino al 5 luglio 2016 era solo una figura “interna” non riconosciuta in alcun organigramma aziendale (come del resto tutte le altre, Capo Ufficio escluso) e vediamo quanto sia complessa l’attività ad esso assegnata e visto che ci siamo, cambiamogli pure nome e chiamiamolo “Coordinatore Operativo di attività complesse”, giusto per sottolineare il cambiamento.

Al di là di come viene calcolata la complessità delle attività assegnate, per il quale vi rimando alla lettura dell’apposita guida che la Fisac pubblicherà a breve, resta un fatto: della qualche centinaia di colleghi (più o meno) che in tutta Italia risulterebbero interessati perché nel perimetro di definizione della “nuova” figura professionale, a conti fatti soltanto qualche decina (più o meno) di loro riceverà un beneficio (economico) dal nuovo accordo. E vi domanderete a questo punto: e gli altri? Quali altri? (rispondo io). L’Azienda ha fatto quadrato: in questa fase non è possibile addivenire ad un accordo che prenda in considerazione tutte le mansioni svolte all’interno delle Direzioni interessate.

Quindi, sospesi gli accordi precedenti sui percorsi di carriera che esistevano in alcune Direzioni (i famosi automatismi, ricorderete), e tolti i pochi “fortunati” Coordinatori Operativi di attività complesse, per qualche altro migliaio di colleghi non resta che aspettare…aspettare che l’azienda “capisca” che tipo di mansioni ha ad essi assegnato e che sia anche in grado di valutarne la professionalità e la complessità. Certo mi dirà qualcuno… la professionalità si valuta già oggi attraverso la seniority. Sbagliato! La seniority è attribuita in base alla mansione, sulla quale viene poi calcolato e valutato l’impegno e relativo sistema incentivante (performer). Ma allora il modo c’è! In effetti, la seniority viene attribuita su 5 livelli (per il 2016) ai quali è associata una mansione (addetto operativo, professional jr, professional sr, coordinatore, responsabile…). Et voilà! Abbiamo l’associazione mansione-figura professionale-seniority. Quindi possiamo “normare” tutti. No, purtroppo no… è tutto più “complesso”. E non pensiamoci nemmeno a considerare gli “inquadramenti” perché altrimenti ci sentiremmo dire che la maggior parte dei dipendenti ISP di sede centrale ha inquadramenti troppo alti rispetto alla media europea. Inquadramento, ruolo, figura professionale, mansione…ma mi domando: ma servono davvero tutte queste etichette per “classificare” il lavoro che viene fatto quotidianamente?

fedelecomputerOra, scherzi a parte, non possiamo negare che vi sia una certa difficoltà a mappare ogni attività e relativa complessità. Non possiamo nemmeno nasconderci che la firma di questo accordo è stata di per se una vittoria delle Organizzazioni Sindacali, fosse altro perché sancisce il diritto delle colleghe e dei colleghi di sede centrale di vedere riconosciuta la propria professionalità in base alle attività che vengono loro assegnate, perché la vera partita è quella di trovare strumenti che garantiscano una progressione professionale e salariale a tutti. Altrettanto chiaro appare però che l’azienda non intenda procedere oltre (al momento); probabilmente per una questione prettamente economica o forse perché non è ancora di moda premiare i “meriti” attraverso un sistema che cerchi di sottrare discrezionalità all’azienda stessa. Fatto sta che fino al 31 dicembre 2017 applicheremo questo accordo ma, nel frattempo, dobbiamo lavorare per allargare a tutti coloro che ne sono fuori. Anzi, sarebbe opportuno in realtà iniziare da chi è dentro perché, alla data in cui scrivo (5 ottobre 2016) l’azienda non ha ancora comunicato alcun ché ai colleghi interessati; tanto come al solito qualcuno dirà che è sempre colpa degli informatici che non “mettono in piedi” qualche procedura. Maledetti informatici…

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 Articolo di Giovanni Fedele
giovanni.fedele@intesasanpaolo.com

 

 

 

 


lunedì 10 ottobre 2016 - Giovanni Fedele, ISGS, Organizzazione del Lavoro -
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