Studenti e prof, cattedre all'aperto così la protesta con i libri in piazza
di ALESSANDRA VITALI
Lezione in piazza a Napoli
ASCOLTARE una signora di 86 anni che parla del bosone all'ombra di Palazzo Vecchio deve fare un effetto
strano. Chissà che cosa pensano i turisti giapponesi che attraversano piazza della Signoria. Bizzarri, sti
professori italiani. Ma forse ignorano, i turisti
giapponesi, quel che accade in questi giorni nella
scuola italiana. Forse non sanno nemmeno che quella
signora di 86 anni si chiama Margherita Hack. E che a
Firenze e in tante altre città lo studio s'è fatto
protesta, e viceversa. L'assemblea si organizza non più
in Aula ma in "Piazza Magna". Si occupa, sì, ma il luogo
e lo spazio. Soprattutto, si occupano le ore. Perché a
guardare un po' più in là del naso di certezze ce ne
sono poche, è meglio non perdere tempo, studiare e
riappropriarsi di quello che una legge e il ministro che
le dà il nome stanno sfilando agli studenti e più in
generale alla scuola italiana.
Allora si fa lezione all'aperto. E si dibatte, anche, e
si decidono le nuove proteste. A Roma e a Milano, a
Napoli, a Firenze e Palermo. Fuori dalle aule ma senza
perdersi in chiacchiere. Con gli striscioni, quelli sì,
perché sia chiaro che siamo qui per un motivo. Tutti
insieme, studenti, docenti, ricercatori, precari. In
qualche caso anche gli amministrativi. Se per la
protesta studentesca non è propriamente una forma
inedita, in Italia è quanto meno irrituale. E
sorprendente, per certi versi. Per compattezza,
combattività, consapevolezza e autonomia dai partiti e
dai simboli - poche o del tutto assenti, per dire, le
effigi del Che. E serietà: se qualcuno si avvicina,
curioso o solidale, grazie molte ma stiamo facendo
lezione, si prega di non disturbare.
Nei giorni scorsi la Hack a Firenze, a Milano in piazza
Duomo si susseguono lezioni di Istruzione ed economia
nella società occidentale", Storia dell'integrazione
europea, Filologia slava, Lingua araba e Cultura
giapponese. Solo oggi, sette corsi all'ombra della
Madonnina. A Roma i fisici hanno portato in piazza
Farnese le lavagne e le equazioni e quel che serve per
fare esperimenti, come un giroscopio col quale si sono
presentati il direttore del dipartimento di Fisica della
Sapienza, Giancarlo Ruocco e il presidente del consiglio
di corso di laurea, Egidio Longo.
Oggi, davanti a Montecitorio, lezione di Meccanica
statistica con uno dei più eminenti fisici italiani,
Giorgio Parisi. Ieri, a Trento, Sociologia ha fatto
lezione sotto la statua di Alcide De Gasperi in piazza
Venezia. A Trieste, Pedagogia in piazza Sant'Antonio
Nuovo. A Cosenza l'università della Calabria ha
organizzato una lezione all'aperto di Storia dell'arte.
A Napoli, in piazza San Domenico Maggiore, una lezione
del professor Mantici su Serge Latouche e sui suoi
lavori di antropologia economica.
Di Internazionale situazionista si parla invece nel
chiostro di Lettere e filosofia della Federico II,
sempre a Napoli. E a Palermo, in piazza Politeama, in
mille hanno assistito a una lezione di Ingegneria
chimica sul particolato. Il programma delle lezioni si
stabilisce via via, ciascuno il proprio, previa
assemblea. Martedì prossimo, ad esempio, l'appuntamento
è dalle 12 al Colosseo per una lezione di Ingegneria
della Sapienza. C'è solo da sperare che il tempo regga.
Anche se è difficile credere che il freddo o la pioggia
riescano a fermare l'Onda, spinta da una corrente che
non teme stagioni.
(24
ottobre 2008)
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