Quello che possiamo fare 

“La cosa positiva del 2011 è che,
molto probabilmente, è stato migliore del 2012″
Joseph Stiglitz

Stiglitz è un economista americano, insignito del Nobel nel 2001 e autore di innumerevoli saggi scientifici e testi divulgativi. Se volete saperne di più qui c’è la sempre fondamentale Wikipedia. Diciamo comunque che, in linea di massima e senza neanche fare troppi approfondimenti, le affermazioni di un premio Nobel vanno prese con una certa considerazione. Bene. Nonostante questo, e nonostante probabilmente Stiglitz abbia ragione, io ritengo che valga la pena di impegnarsi per uscire dal tunnel. Ognuno per il suo pezzo. E poiché, come noto, io faccio il sindacalista, voglio impegnarmi per fare al meglio il mio mestiere.
Voglio, per il 2012, portare a casa un rinnovo di Contratto Nazionale dignitoso: che tuteli l’unicità dell’Area contrattuale del credito, che mi consenta di mettermi in tasca almeno il recupero dell’inflazione e che si inventi qualcosa per consentire di fare delle assunzioni stabili per i giovani che entreranno in banca.
Voglio trovare il modo per consentire a chi vuole uscire dall’azienda di poterlo fare, e con la certezza di non restare senza reddito. Voglio anche che chi deve restare in azienda, magari coinvolto in un percorso di riconversione, lo possa fare a condizioni accettabili, sia professionali che di qualità di vita e di lavoro.
Voglio rinnovare l’accordo sui percorsi professionali garantendo quelli in essere e costruendone di nuovi per le nuove professionalità.
Voglio che si smetta di pensare che per assumere i giovani è necessario liberalizzare i licenziamenti.
Voglio impegnarmi perché i colleghi ricevano sempre informazioni puntuali, precise e corrette.
Voglio un mucchio di cose, ma certamente non voglio farle da solo. Non posso farle da solo. Solo tutti insieme, possiamo impegnarci per provare (ma provare davvero) a ottenerle. Tutti insieme, ma ognuno per il suo pezzo. Perché in fondo agli economisti io preferisco le persone di lettere.
E quindi, nel farvi i miei più cari auguri di buone feste, vi lascio con uno dei (per me) migliori “Buongiorno” dell’ultimo Granellini.

Fine del mondo

È il 21 dicembre e il mondo finirà fra un anno: minuto più, minuto meno. Considerato l’anno che ci aspetta, potrebbe essere persino un sollievo. Io la scena la immagino così: un ultrasuono che perfora soltanto gli orecchi dei pigri e dei vigliacchi, i quali per la disperazione corrono a sfracellarsi contro un muro invisibile, osservati con vivo stupore dal resto dell’umanità. Mi resta dunque un anno a disposizione per smettere di essere pigro e vigliacco. Per foderarmi gli orecchi con la cera della passione. Cosa si può fare in un anno che non si è fatto mai? Mi vengono in mente solo fantasie musicali. Ballare un tango con i delfini, addormentarsi sopra un organo a canne suonato dal mare (esiste, è in Croazia), ascoltare a palla in un deserto la canzone più straziante della storia, che per un punkettaro impunito come me rimane «My way» nella versione di Sid Vicious. Però si possono fare cose altrettanto sfiziose a chilometro zero. Per esempio afferrare il tempo, governarne la fluidità e plasmarla ai nostri scopi. Smettere di lamentarsi, di fare le vittime, di aspettarsi dagli altri la soluzione dei nostri problemi. Diventare adulti. Profondi ma leggeri. Voler bene alle persone a cui si è scelto di voler bene. Leggere Charles Dickens o chi volete voi, purché oltre alla tecnica abbia un’anima, oltre al cinismo un sogno. E le vere profezie dei Maya, per scoprire che il 21 dicembre 2012 non finirà un bel niente, semmai comincerà qualcosa. Qualcosa che sarebbe meglio far cominciare già adesso, anche dentro di noi.

Paolo Barrera

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Paolo Barrera
Segretario di Coordinamento IntesaSanpaolo.
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Tasso - ver.3.0 n.11 - dicembre 2011 - FISAC/CGIL ISP Liguria Piemonte Val d'Aosta - archivio - credits