Una storia vera

(Riassunto della prima puntata)

Poco meno di un anno fa, precisamente a metà novembre 2010, la Giunta Regionale Piemontese, approvava un protocollo che consentiva l’ingresso nei consultori familiari pubblici solamente alle associazioni “pro vita”, in barba alla legge 194 ed alla stessa Costituzione.

A questo attacco all’autodeterminazione delle donne, alcune associazioni femministe (prima fra tutte la “Casa delle Donne di Torino” e le donne della CGIL) decisero di reagire presentando un ricorso al TAR contro l’introduzione di questo provvedimento.

Con la sentenza del 15 luglio 2011, il Tribunale Amministrativo Regionale, con ampia motivazione annullava il Protocollo della giunta in quanto in contrasto con l’articolo 3 della Costituzione, nella parte in cui ammetteva alle convenzioni con le ASL solamente quelle associazioni che possiedono nel proprio statuto il requisito della “difesa della vita fin dal concepimento”.

Evidentemente il Protocollo era illegittimo, discriminatorio e non coerente con il percorso sanitario dell’interruzione volontaria di gravidanza, così come sostenevano le associazioni delle donne.

(Seconda puntata)

A soli quattro giorni dalla pubblicazione della sentenza del TAR, il 19 luglio, la Giunta Regionale Piemontese ha concentrato nuovamente tutta la sua attenzione su questo argomento, lasciando da parte impegni ben più urgenti, come la decisione sull’introduzione dei tickets sanitari previsti dalla Finanziaria.

Ma, d’altronde, cosa c’era di più urgente, se non portare fino in fondo l’attacco contro la legge che regolamenta l’aborto?

Il fatto che il Presidente della Regione Piemonte abbia approfittato della prima giunta utile dopo la sentenza per riproporre questo tema, fa capire quanto deve essere grato al Movimento per la vita, per la sua elezione.

Ma quali sono le differenze tra la prima versione del Protocollo, bocciata dal TAR e la nuova decisa così precipitosamente dalla Giunta Regionale?

Nella vecchia versione il Protocollo recitava:

“presenza nello statuto delle finalità di tutela della vita fin dal concepimento e di attività specifiche che riguardino il sostegno della maternità e nella tutela del neonato”

nella seconda versione:
“presenza nello statuto di finalità di tutela della vita fin dal concepimento e/o attività specifiche che riguardino il sostegno alla maternità e alla tutela del neonato; in assenza del presente requisito soggettivo, è sufficiente il possesso di un’esperienza almeno biennale nell’ambito del sostegno delle donne ed alla famiglia”.

Nella sostanza, quindi, nulla cambia; ciò che è uscito dalla porta viene fatto rientrare, con arroganza, secondo l’avviso di molti, dalla finestra.

Come se tutto ciò ancora non bastasse, poco dopo la nuova delibera, sui muri e bacheche di un poliambulatorio dell’ASL TO2 è stato affisso un manifesto raffigurante un embrione di 8 settimane accompagnato dalle scritte “MAMMA TI VOGLIO BENE, SCEGLI LA VITA” e “VIVA LA VITA”. A sinistra di questo cartellone un’ulteriore scritta recita “Manifesto affisso per ordine della direzione aziendale”.

A questo punto sorgono diversi interrogativi:

  • è questo il miglioramento del percorso assistenziale per la donna che richiede di interrompere volontariamente una gravidanza?

  • Sarà questo clima intimidatorio quello che si vivrà nei servizi pubblici piemontesi, ed in particolare nei consultori?

  • Oltre al rispetto per la donna, dove sono finiti i requisiti di imparzialità e di professionalità che i servizi sanitari, in particolare quelli pubblici, dovrebbero avere?

Oltre che in Piemonte, anche in altre due regioni (Lombardia e Lazio) sono stati presi provvedimenti in contrasto con la legge 294 con lo scopo di smantellare la legge stessa ed i consultori pubblici, per procedere alla privatizzazione della salute.

Per tutti questi motivi, le associazione delle donne intendono proseguire nell’azione legale contro la nuova delibera regionale, promuovendo momenti pubblici di mobilitazione e vigilando su tutti i provvedimenti che verranno adottati per l’applicazione di questa delibera.

Il nostro giornale, vi terrà costantemente informarti di ogni iniziativa, poiché la posta in giovo è molto grande: l’autodeterminazione delle donne.

Gloria Pecoraro

[Per commenti all'articolo: tasso@fisac.net]

Gloria Pecoraro:
E' uno dei coordinatori dell'Area Torino e Provincia
gloria.pecoraro@intesasanpaolo.com

 

 

 

Tasso - ver.3.0 n.10 - ottobre 2011 - FISAC/CGIL ISP Liguria Piemonte Val d'Aosta - archivio - credits